Archivi del mese: agosto 2010

rievocazione storica MonteGridolfo – (resoconto).

L’ avevo promesso e ne parlo. Ho raggiunto la festa la Domenica che probabilmente doveva essere il momento più alto dell’evento. Molta gente; ma se ho capito bene, la vera festa è stata per gli anziani, le persone che si sono vestite, immedesimate o in qualche modo, hanno partecipato alla commemorazione in costume! C’erano abbigliamenti d’epoca tra i lavoranti che mostravano cimeli, tessuti, lavorati di molti tipi, cibi, foto, libri e quant’altro. Bello. E bello è sempre Montegridolfo! E poi, che aria!

 

Sono arrivato in loco il pomeriggio tardi e non ho potuto visitare tutto, ma ho cercato subito quello che poteva essere a sfondo storico; di bello ho visto ” il museo dei Goti ” (di cui parlo tra poco) con tanto di visita guidata e nella piazza di MonteGridolfo ho visto qualche mezzo militare e un gran “frullo” di gente. Buon segno.

Dai, che faccio vedere un po’ di foto.

                              

                              

                              

                                      

 

e il combattimento? la presa del castello?

 

                              

          

 

Beh, si è risolto tutto in un’azione della jeep inglese che abbatte prima 2 o 3 soldati, poi il nido di Mg42 e arriva trionfante dinanzi alla porta del castello di Montegridolfo. I soldati erano equipaggiati con armi plasticose da softair ma sono particolari inutili; la gente si è divertita, ha mangiato, visitato il castello, ha ammirato il panorama mozzafiato e questo è tutto.

Il Museo di Montegridolfo si chiama “Museo della linea dei Goti” secondo il nome che fu caro ad Hitler per definire la linea di difesa tra L’Adriatico e la Liguria, e sorge appunto sulla Linea Gotica (nome dato solo nel 1985). La località è una piccola area (solo 6 Km quadrati) che nel quadro dell’incontro di Salisburgo del 43, fu oggetto di disposizioni di difesa lungo tutta la cresta dei monti che appartenevano alla Linea Verde 1 ed il 31 agosto 1944 vide la propria liberazione e lo sfondamento della Linea dei Goti. Durante questa battaglia si distinse Gerard Ross Norton, tenente del Battaglione 1/4° Hampshire, che attaccò con bombe a mano e mitra alcune postazioni di Mg42, guadagnandosi così la prima Victoria Cross dell’offensiva. Montegridolfo gli ha conferito la Cittadinanza Onoraria e la Chiave della Città. E’ deceduto nel dicembre del 2004 ad 89 anni. Oggi il museo raccoglie armi, cimeli ritrovati, fotografie, piantina dei movimenti militari dell’epoca (bella), locandine e manifesti di quegli anni. Molti richiami alla lotta contro i “banditi”, contro il bolscevismo e i renitenti alla leva.

                    

 

 

Team557


Rievocazione storica a Montegridolfo

Da sabato 28 ago a dom 29, dalle 16:00:00 alle 23:00:00 in Piazza Matteotti  a Montegridolfo, (RN) un interessante appuntamento storico.

Per ricordare la data del 31 agosto 1944, giorno della Liberazione di Montegridolfo dall’occupazione tedesca, manifestazione , la località suggestiva presenterà in mostra: armi, mezzi militari e rievocatori storiche. Da non perdere.

Il programma:

SABATO 28 AGOSTO

Mezzi militari fra le vie del Borgo

Mostra d’armi nella Grotta Azzurra

DOMENICA 29 AGOSTO

Mezzi militari fra le vie del Borgo

Mostra d’armi nella Grotta Azzurra

Bancarelle di militaria

“Rievocatori storici” in divisa militare del periodo bellico

Ore 16:00 Caccia al tesoro per ragazzi ambientata al tempo di guerra che avrà come riferimento storico e ambientazione i luoghi e le atmosfere del periodo del passaggio del fronte.

ore 17:00 PICCHETTO MILITARE della Associazione LEGIONE ITALIANA PARACADUTISTI S. Michele Arcangelo e Messa da Campo

ore 18:00 Improvvisazioni teatrali della vita nel dopoguerra realizzato dalla compagnia AttiMatti

Seguirà una visita guidata al museo della Linea dei Goti a cura del Dott. Terzo Maffei e del Maestro Tiziano Casoli

ore 20:00 presa del castello: rievocazione storica della liberazione di Montegridolfo.

Per ulteriori info sulla attività delle giornate a Montegridolfo, visitare il sito. Forse farò un resoconto.

Voglio ricordare una cosa.

6 anni  fa (nel 2004) hanno fatto una rievocazione storica della battaglia di Faenza. Il giorno prima piovve moltissimo e il giorno (un sabato) fu una giornata leggermente uggiosa.

Beh, insomma; arrivarono gli “attori”; prima i tedeschi (forse 3 plotoni: 28 uomini) vestiti ed equipaggiati di tutto punto. Arrivarono ad Errano con 2 halftrack (vedi foto);

credeteci se vi pare: tutti gli anziani che videro i mezzi avanzare lentamente verso il luogo dove era l’appuntamento «scapparono» a gambe levate! Potrei fare nomi e cognomi dei fuggitivi. S’ impressionarono veramente! I tedeschi ufficiali erano bellissimi ed elegantissimi, i soldati con gli Mp 40, meno; soltanto dopo circa 25 minuti cominciarono ad arrivare anche gli anglo-americani con i loro mezzi: jeep, jeepponi e poco altro. Vestiti perlopiù da Rangers, furono molto più numerosi dei “kartoffen” ma non destarono nessun tipo di curiosità. D’altro canto invece i tedeschi si prestarono per 2 ore a foto, in tutte le pose, senza remore e tra gli applausi! Questo la dice lunga…ne ho già parlato.

Bene. L’ho detto.

Se capitate a Rimini/Riccione, girate per Montegridolfo che è un bellissimo giretto!

Team557


Economie di casa

A partire dalla seconda metà del gennaio 1945 la guerra, si disse, accelerò implacabilmente il suo corso in Europa. E questo fu dovuto principalmente al grande impulso delle potenze economiche in gioco. Dirò anche cose banali, ma alla lunga vincono i numeri e non le idee politiche o di giustizia. Ho già scritto in un articolo che alla fine del 43 i soli russi avevano un esercito di quasi 6 milioni di uomini (6milioni); tutti i tedeschi militarmente abili (disponibili in tutta Europa) erano poco meno di 4.300.000; più c’era tutto il resto del mondo. Contro.

Ora chiedo: quando mai i tedeschi hanno visto durante tutta la loro guerra una quantità di mezzi così avvilente; i russi che spingevano sul solo fronte della Slesia in quel mentre, erano appoggiati (si fa per dire…) da 46.000 cannoni, 8000 carri armati e poco più di 10.000 aerei!

Cioè equivale a dire che ad avere ragione, alla fine, è sempre la potenza economica e non la direzione politica degli uomini. Banalità, vero, ma disarmante.

A sostenere questo concetto fu anche Albert Speer che già nei primi mesi del 40, quando la Germania stava vincendo su tutti i fronti, allorchè si fosse esaurita la spinta iniziale della preparazione tedesca al conflitto, si sarebbe andati inevitabilmente incontro ad una logorante caduta del Reich per ragioni economiche. Previsione ineccepibile. E allora? 

E allora: “chi se ne frega dei soldi!”. Ci si prova comunque. Sperando che nel frattempo qualcosa cambi: che l’Inghilterra si pieghi dalla paura e così tutti gli altri. Il libro più bello, a questo proposito, è certamente …

 

Il prezzo dello sterminio (A.Tooze)

Questo è uno dei libri più originali sull’economia nazista. Scritto brillantemente, offre una prospettiva nuova sullo stesso Hitler attraverso episodi, ragionamenti economici e una sofisticata analisi dei comportamenti dei protagonisti. Dal progetto del riarmo alla catastrofica epopea della fine.Quasi obbligatorio. E poi mi ha stupito.

Ma allora c’ era il “trip” del lebensraum (spazio vitale) che la Germania doveva trovare ad Est; poi si doveva battere Napoleone che si era fermato sempre in Russia per il freddo, poi c’era il grano (non i soldi, proprio il grano!), il ferro, il carbone, il manganese, il petrolio ed una enorme forza lavoro da sottomettere. Chiaro. In Francia non ci avevano trovato granché, a parte il vino, in Belgio qualche miniera insufficiente, l’Olanda vive solo di commercio, in Polonia hanno solo delle disgrazie e della miseria e allora? E allora vado in Russia! Dove vuoi che vada? Ma un giorno Mussolini, poco prima dell’operazione Barbarossa e parlando dell’impegno che si preannunciava, gli disse che a Rocca delle Caminate c’era un vecchio detto: «se non c’hai soldi stai a casa!»; il Fuhrer non capì, fece spallucce e gli parlò dei suoi amici Turchi (che poi NON entrarono mai in guerra. ndr).

Qui a Rocca delle Caminate ridono ancora. E non solo qui. Ma col senno di poi è facile.

not to forget


Libero arbitrio di… razza.

In Romagna, una volta si sentiva dire: ” ma c’raza d’una zent l’era, quela? ” (ma che razza di gente era, quella?). E credo che l’etimologia del detto derivi in qualche modo da un un concetto di estrema diversità e di intolleranza verso le razze non conosciute. Si è detto spesso che i tedeschi si sono distinti in efferatezza durante il secondo conflitto mondiale; in realtà non è poi così vero, non sono proprio da primato ma quasi. Nel medioevo e ancora prima abbiamo tracce di cose assolutamente barbare; certo è che i popoli sassoni, in queste cose ci sono sempre in mezzo. Sarà questione di razza, allora?

Dirò, a questo proposito, che non tutti i reparti tedeschi e non tutti i reparti fascisti ebbero, nella guerra che conosciamo (come tutte quelle di guerra civile, sporca e feroce), eguale comportamento. Ve ne furono di sufficientemente umani, se non addirittura corretti e ve ne furono di spietati. V’erano differenze anche tra le molte polizie ufficiali e «private» che imperversavano nelle città, e tra le «ville tristi» dove sgherri, autorizzati e non, si abbandonavano alle loro vendette; eseguivano le loro torture e le loro uccisioni senza farsi troppi problemi. Le polizie erano l’una contro l’altra armate; il bieco Pietro Koch (che ricordo essere il torturatore fascista che terrorizzò Milano) trasferitosi a Milano come sappiamo, dopo la caduta di Roma, e messosi agli ordini di Buffarini Guidi, fu arrestato il 24 settembre da un drappello della Legione Muti al comando del questore Bettini: perché, osservava Bettini, l’opera di Koch «è ormai diventata… un’infamia e un marchio di Milano». Un fatto davvero raro! Nei locali della Villa Triste milanese di via Paolo Uccello a San Siro, che di Koch era il Quartier generale, furono scoperti «un gran numero di prigionieri che erano stati nei decorsi mesi o passati alle carceri o rimessi in libertà.., con atto assolutamente arbitrario si usava dividere quello che si toglieva al prigioniero». Gli interrogatori della Villa Triste di Milano avevano una scenografia caricaturalmente giudiziaria, un lampadario 900 pendeva dal soffitto a stucchi, Koch presiedeva, domande e risposte erano interrotte da percosse e torture. Una segretaria verbalizzava I’«udienza» alla macchina da scrivere ma di tanto in tanto si alzava per sferrare calci negli stinchi ai prigionieri. Un grande.

A Faenza però non ci siamo fatti mancare nulla. Non volevamo essere da meno. A Villa S.Prospero ( qui si guardi il DvD di Errano 44 per ulteriori info ) c’è ancora questo posto dove Raffaele Raffaeli imperversava con torture ed altre indicibili punizioni sui suoi malcapitati. Le urla notturne si sentivano fino a 3 Km (verso Celle e Faenza ) e nessuno si sognava di denunciare la cosa. Nessuno. Per anni. Se i fascisti ti cercavano, ti fermavano per la strada e ti chiedevano: “che tempo fa oggi?” e, qualunque cosa tu rispondessi, aggiungevano: ” allora è tempo di venire con noi! ” e ti portavano a Villa S.Prospero. Spiritoso, no? In questo modo si sono perse le tracce di centinaia di capifamiglia, preti, politici e funzionari vari non compiacenti. Esistono ampie documentazioni.

Nel frattempo, se la Wehrmacht continuava a battersi con onore e il capo delle SS in Italia (generale Wolff) già meditava i suoi propositi di trattativa e di resa, altri come il maggiore Reder dava sfogo a un furore insieme metodico e allucinato. V’era una logica militare nei rastrellamenti che i tedeschi compirono a ridosso della linea Gotica, per ripulirne le retrovie, a costo di creare la terra bruciata. Ma l’interpretazione che alcuni ufficiali ne diedero fu terrificante. Qualcuno ha ritracciato l’itinerario di sangue dei battaglioni SS. Reder, detto “il monco”, cominciò la sua opera il 12 agosto a Sant’Anna di Stazzema in Lucchesia (360 vittime civili); quindi, superato l’Appennino, fece 107 vittime a Valla, poi ordinò d’impiccare a San Terenzio 53 ostaggi che dalla Lucchesia s’era trascinati dietro. Il 24 agosto, affiancato da brigatisti neri, distrusse Vinca nel comune di Fivizzano, il 13 settembre procedette alla fucilazione di 108 rastrellati, il 16 settembre devastò e uccise a Bergiola e infine tra il 29 settembre e il primo ottobre compì l’ultima e maggiore strage a Marzabotto.

Questo simpatico signore, secondo un comunicato del Vaticano,cioè il criminale nazista che sta scontando l’ ergastolo nel carcere di Gaeta per la strage di Marzabotto, ” desidera tornare in patria con il perdono dei parenti delle vittime” e dice di voler “scomparire nel silenzio” e chiede che pensino a lui come a “un fratello infelice, ritrovato dopo tanto tempo”. Struggente! No? E’ stato riconosciuto colpevole per Marzabotto ma NON per S.Anna di Stazzema perché non fu lui a dare “l’ordine finale”! Carino, no? La Giustizia ha trionfato ancora. Se si ha voglia di approfondire l’argomento si vada qui. C’e n’è per “sette castighi!”. 

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