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5 giugno 1940: news

Attività politica e diplomatica.
Dopo la caduta di Dunkerque l’offensiva tedesca si rivolge prepotentemente sulla Francia, sviluppandosi in tutta la sua ampiezza: dalle rive della Ma­nica all’alta valle del Reno.
La Wehr­macht dispone di 143 divisioni, 10 del­le quali corazzate; dal canto loro le forze francesi raggiungono il totale di 66 divisioni (di cui una soltanto di fanteria) e, per di più, fornita dalla Gran Breta­gna.
L’arma aerea alleata è presso­ché inesistente; gli Stukas, invece, accompagnano incessantemente le truppe d’assalto.
La disparità tra gli opposti eserciti è troppo grande e i francesi, che in molti punti combat­tono con grande risolutezza e corag­gio, non possono che retrocedere.
Da Bruxelles che Leopoldo III ha inviato il 28 maggio scorso al Pontefice e a Roosevelt il seguente messaggio:

war-News«In mezzo alla confusione generale provocata dagli avvenimenti strordinariamente rapidi che noi viviamo e la cui portata è incalcolabile,
           tengo ad affermare che il Belgio ed il suo esercito hanno compiuto tutto il loro dovere.
Il Belgio ha tenuto fede a tutti i suoi impegni internazionali mantenendo prima scrupolosamente la sua neutralità e poi difendendo palmo a palmo tutta l’estensione del suo territorio.
Attaccato da forze enormi, il nostro esercito ripiegò in buon ordine su una linea di difesa potentemente organizzata in congiunzione con gli eserciti dei garanti ai quali noi avevamo fatto appello.
Ma gli avvenimenti militari svoltisi fuori del nostro territorio hanno costretto a sgomberare questo campo di battaglia ed hanno imposto una serie di movimenti di ripiegamento addossandoci al mare. Il nostro esercito si prodigò allora senza risparmio in una battaglia di quattro giorni condotta di comune accordo con gli eserciti alleati. Alla fine noi ci trovammo accerchiati in un territorio estremamente esiguo ed abitato da una popolazione densissima già invaso da varie centinaia di migliaia di profughi senza tetto, senza cibo, senza acqua potabile e vaganti da una località all’altra, sospinti dai bombardamenti aerei. Ieri i nostri ultimi mezzi di resistenza furono infranti sotto il peso di una superiorità schiacciante di effettivi e di aviazione.
In tali condizioni, io ho cercato di evitare un combattimento che oggi avrebbe portato al nostro sterminio senza profitto per gli alleati.
Nessuno ha il diritto di sacrificare inutilmente vite umane.

Io intendo continuare, qualunque cosa avvenga, a partecipare alla sorte del mio esercito e del mio popolo.
Sollecitato da vari giorni a lasciare i miei soldati, ho sempre respinto tale suggerimento, che costituirà per un capo di esercito una diserzione. E restando sul suolo nazionale desidero sostenere il mio popolo nella prova che attraversa.
La sollecitudine che la Santa Sede e gli Stati Uniti hanno sempre testimoniato al Belgio, mi impone il dovere di esporre la realtà dei fatti, senza ritardo».

I giornali italiani pubblicano un comunicato in cui è detto che:

la fascia di 12 miglia di ampiezza che circoscrive le coste del Regno d’Italia e di Albania, dell’Impero e delle Colonie e dei possedimenti italiani è pericolosa alla navigazione e sono prescritte le norme per la navigazione.


Attività militare.
Da comunicati tedeschi, in occasione della caduta di Dunkerque, dal Fuhrer si apprende il seguente ordine del giorno:

«Soldati del fronte occidentale!
Dunkerque è caduta. 40mila francesi ed inglesi, ultimi resti di una grande armata sono stati catturati. Un incalcolabile quantità di materiale è caduta nelle nostre mani! In tal modo, la più grande battaglia della storia del mondo è finita.
Soldati! La mia fiducia in voi era sconfinata. Voi non mi avete deluso. Il più audace piano della nostra storia della guerra è stato realizzato mediante la vostra forza, la vostra resistenza alle più dure fatiche e mediante la vostra volontà.
In poche settimane voi avete costretto alla capitolazione due Stati che spesso hanno combattuto come valorosi avversari. Avete distrutto le migliori Divisioni della Francia. Avete battuto il corpo di spedizione britannico, lo avete catturato, lo avete scacciato dal Continente.
Tutte le unità dell’Esercito e dell’aviazione hanno fatto a gara per superarsi in questa lotta per il nostro popolo e per il grande Reich.
Valorosi uomini della nostra Marina hanno preso parte a questa lotta in modo decisivo.
Soldati! Molti di voi hanno suggellato la loro fedeltà con la morte e altri sono feriti. Il cuore del nostro popolo è presso di voi e presso i nostri caduti e feriti con profonda riconoscenza.
I capi delle plutocratiche Inghilterra e Francia, però, che hanno giurato di impedire, con ogni mezzo, la nascita di un mondo migliore e desiderano la continuazione di questa guerra.
Il loro desiderio sarà esaudito!
Soldati! Oggi ricomincia la lotta sul fronte sul fronte occidentale.
A voi si aggiungono innumerevoli nuove Divisioni che vedono il nemico per la prima volta e che lo batteranno.
La lotta per la libertà del nostro popolo, per il suo essere o non essere, per oggi e per l’avvenire, continuerà fino all’eliminazione di quegli uomini di Stato di Londra e di Parigi che credono ancora oggi di trovare nella guerra il mezzo migliore per realizzare i loro piani infami.
La lezione storica che noi daremo loro sarà la nostra vittoria.
Tutta la Germania è in spirito presso di voi!».

Il Fuhrer rivolge alla Nazione germanica il seguente proclama:

«Al popolo tedesco!
La più grande battaglia di tutti i tempi è stata vittoriosamente superata dai nostri soldati.
In poche setimane un milione e 200mila soldati nemici sono caduti nostri prigionieri.
L’Olanda e il Belgio hanno capitolato. Il Corpo di spedizione britannico è in gran parte distrutto. I suoi resti sono prigionieri, oppure sono stati scacciati dal Continente. Tre armate francesi hanno cessato di esistere. Il pericolo di invasione del nemico nel territorio della Ruhr è definitivamente svanito.
Popolo tedesco! Queste gloriose gesta storiche sono state sanguinosamente raggiunte da tuoi soldati i quali hanno perciò che da oggi in poi la Germania, per otto giorni, siano esposte le bandiere nazionali. Ciò deve essere un riconoscimento per i nostri soldati.
Ordino, oltre a ciò, che per tre giorni suonino le campane. I rintocchi devono unirsi alle preghiere con le quali il popolo tedesco da ora in poi accompagna di nuovo i suoi figli; perchè da questa mattina le nostre divisioni e la nostra flotta aerea hanno ripreso la loro lotta per la libertà e l’avvenire del nostro popolo!»

In Francia attacchi francesi ad Abbeville e a Longwy. Attacco aereo tedesco a Le Havre.
Inizio dell’offensiva germanica sulla Linea Weygand.

Da comunicati francesi. Le perdite, durante l’incursione aerea nella regione di Parigi sono: 7 apparecchi abbattuti in combattimento e 14 distrutti al suolo. La battaglia si è intensificata nella regione di Amiens, di Peronne e dell’Aillette.
Gli attacchi tedeschi sono stati contenuti. L’aviazione francese attacca officine a Monaco di Baviera e Ludwishafen; la stazione di Mannheim fornisce un potente appoggio alle truppe di terra.