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una verità su Pearl Harbor

Il 7 dicembre 1941, a Pearl Harbour, furono davvero i giapponesi a sparare il primo colpo?
Più di un’ora prima del famoso attacco giapponese un cacciatorpediniere americano (l’USS Ward) asserì di aver aperto il fuoco contro un sottomarino giapponese e di averlo poi affondato a colpi di cannone.


Una notizia decisamente poco nota e mai rivelata prima.
In questo caso allora furono gli americani i primi ad aprire il fuoco contro il Giappone, aprendo così di fatto la guerra nel Pacifico.
Dai rapporti di guerra risulta ancora poco. Però il sottomarino giapponese risultò davvero scomparso ma nessun allarme venne mai diramato. Nè in America, nè in Giappone; presi com’erano nell’imminenza del grande attacco aereo che stava per avverarsi.
Nel mentre del momento, le autorità americane dichiararono in un messaggio, per la verità – molto striminzito, che l’equipaggio dell’USS Ward molto probabilmente si stava sbagliando; infatti non potevano produrre in alcun modo alcuna prova dell’affondamento dichiarato – che, nel caso, avrebbe significato un atto chiaro di guerra contro la nazione giapponese provocandone lo stato immediato di guerra.
Ed era una caso, quello, da evitare a tutti i costi.
Prima di tutto un atto politico – un atto di guerra che avrebbe rovesciato le responsabilità e che avrebbe poi certamente alterato la determinazione morale americana.

Comunque l’equipaggio dello USS effettivamente sparò al sottomarino tascabile (quelli con solo 2 persone di equipaggio) perchè intese che volesse entrare nella baia di Pearl Harbor per silurare le navi all’ancora, ma per almeno altri 60 anni non ebbero mai la conferma dell’affondamento.


Lo USS Ward, al comando del tenente William Outerbridge, che era stato in Marina per 14 anni e ne aveva preso il comando meno di 24 ore prima, era entusiasta di aver finalmente ottenuto un comando suo, per la prima volta.
La sua missione era quella di sorvegliare i bordi esterni del porto contro eventuali navi nemiche o sottomarini che cercassero di introdursi furtivamente nel porto di Pearl Harbor.

Da un altro rapporto ritrovato si rileva che alle ore 4:00 un dragamine in zona segnalò al Ward di aver avvistato un sottomarino immerso nella vicinanze dell’ingresso della baia.
Una ricerca fu avviata ma col radar non si riuscì a rilevare nulla.
Sui diari di bordo è scritto che, appena allertato, l’equipaggio chiamò Outerbridge sul ponte. Scorse l’oggetto e confermò che si trattava di una torre di comando di un sottomarino, ma era diverso rispetto ai soliti sottomarini americani. Quindi ordinò all’equipaggio alla nave di aumentare la velocità a 25 nodi.
Velocemente si avvicinò e diede l’ordine di “iniziare a sparare!”
Ora era a meno di 200 metri di distanza e aprì il tiro americano sul sottomarino giapponese. Un proiettile del cannone della nave lo mancò, ma non appena a soli 50 metri di distanza, l’equipaggio di nove uomini del cannone n.3 sparò un colpo che colpì la base della torre di comando del sommergibile. Questi sembrò rallentare e lentamente scomparve sotto le onde. Il Ward allora lanciò quattro cariche di profondità dal set di poppa per 100 piedi e le cariche esplosero. In breve emerse una chiazza di petrolio, ma il sonar continuò a non rilevare nulla.
Dopo qualche istante di incertezza il cacciatorpediniere USS Ward invertì la rotta e ritornò alle sue posizioni.
La seconda guerra mondiale era iniziata per gli Stati Uniti, ma nessuno lo sapeva ancora.
Da questo momento i fatti possono confondersi tra loro. comunque questo è il racconto.

Il Ward notificò immediatamente al Comando Navale di Pearl Harbor che qualcosa aveva forse tentato di attaccare e il suo equipaggio aveva sparato contro un sottomarino che operava nell’area di sorveglianza a loro assegnata. Per sottolineare che questa era una vera emergenza, Outerbridge inviò un altro messaggio alle 06:53: “Attaccato, sparato, bombardato in profondità sottomarino. – operante nell’area difensiva del mare di ingresso – Quasi sicuramente, affondato “.


Il suo rapporto fu accolto però con molto scetticismo e incredulità. Il capo di stato maggiore del 14° distretto navale, il capitano John B. Earle, ebbe l’impressione che “era solo un’altra di quelle false notizie che arrivavano, di tanto in tanto“.
Anche il suo capo, l’ammiraglio Claude Bloch lo respinse, intuendo fosse solo un altro falso rapporto.
Alle 7:40 il messaggio giunse all’ammiraglio Kimmel, il comandante di Pearl Harbor e solo 15 minuti più tardi, alle 7:55, l’attacco giapponese era appena iniziato in tutta la sua ferocia.
Rimane comunque la domanda: sono stati davvero gli americani i primi a far fuoco contro i Giapponesi?
Anche se tutelati dal loro compito di sorveglianza della baia di Pearl Harbor, è in tutti i casi un atto di guerra che rovescia le responsabilità dell’inizio della guerra nel Pacifico, ma il punto ora è:   se gli americani avessero preso sul serio la segnalazione del loro cacciatorpediniere probabilmente si sarebbero allertati in tempo e sicuramente avrebbero potuto subire molte meno perdite nell’attacco di circa un’ora dopo, quindi parte della responsabilità del disastro deve necessariamente ricadere su quegli ufficiali che hanno peccato di incredulità e poca considerazione per l’avvisaglia da poco riportata.
Certo, non ci fosse stato poi l’attacco famoso, si sarebbe trattato di un vero atto di guerra, ma poi, col succedere del raid aereo giapponese tutto è invitabilmente caduto nell’oblio, fino agli ’90.


Questo, quando un team di ricercatori partì alla ricerca del mini-sommergibile con un attrezzo speciale, con un’autonomia di immersione di circa 8 ore. Lo scandaglio della zona di mare segnalata portò effettivamente al ritrovamento del sottomarino giapponese affondato da un colpo subito nella torretta centrale.
Per il resto, il mini-sommergibile è ancora intatto dopo decenni.

E’ incredibile che l’americano ricercatore intervistato dica: “è importante averlo trovato affondato, perchè altrimenti sarebbe entrato nella baia…“; valutando così solo un suo punto di vista. Diversamente, non si rende conto che in quel caso, non essendo ancora entrato in Pearl Harbor, si trattava di un ineccepibile atto di guerra americano contro il Giappone, seguito dopo dal raid aereo.

Outerbridge lasciò il Ward nel 1942. Sarebbe stata convertito in un trasporto veloce tre anni dopo i giorni di Pearl Harbor.
Fu colpito da un bombardiere con un kamikaze a Ormoc Bay nelle Filippine. Colpito nella linea di galleggiamento di dritta, venne affondato quasi subito con armi da fuoco. Un altro cacciatorpediniere americano, tre anni dopo il giorno di Pearl venne rimandato sul posto. Per uno strano scherzo del destino, il comandante dell’O’Brien fu di nuovo William Outerbridge.

affondamento del Ward

Un’ultima curiosità. Nel web mondiale, (so che è una ripetizione) gli articoli dedicati a questo argomento sono apparsi solo dal 2003. Anno nel quale il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto ufficialmente che all’affondamento DOVEVA seguire un’immediata – allerta generale -.
Commento team557: sicuramente se il documentario fosse stato prodotto dai giapponesi avrebbe subito un’altra piega.
Per non parlare dei tedeschi.
Ma allora…la storia sarebbe ancora un’altra.