Dopo il bombardamento di Basilea

Un giornale di Lugano, del 20 dicembre 1940, recita:

 

notiziario-estero

Basilea. 18 dicembre — Una dozzina di bombe almeno, stando agli ultimi accertamenti, sono state lanciate su Basilea da velivoli stranieri. Tutte le finestre di tre treni composti in totale da una settantina di carrozze che si trovavano nei pressi della stazione, sono andate in frantumi. Le rivestiture delle carrozze hanno riportato gravi danni. I due o tre aerei stranieri sono giunti da nord tra le 23:05 e le 23:10 ad una quota di circa 1000 m.
Non è stato possibile avvistarli nonostante il chiaro di luna.
Dopo aver lanciato una parte delle loro bombe gli aerei si sono diretti verso la valle della Birsig per lanciare altri ordigni al ritorno. Sono scomparsi poi in direzione del Reno verso nord. Per quanto si è potuto constatare dalla frontiera svizzera nessuna bomba è stata lanciata nelle regioni limitrofe dell’Alsazia e del Baden, dove l’allarme è stato dato prima che a Basilea e dove la contraerea non è entrata mai in azione. Una bomba è risultata inesplosa. Il proiettile pesa più di 200 Kg. ed è lungo 1 m e 31 cm. La bomba non è ancora stata spostata dalla cantina dell’edificio della Gueterstrasse dove è caduta.
Si apprende che 53 piccole bombe incendiarie sono cadute nel distretto di Binningen. Si tratta di bombe incendiarie al magnesio, di forma ottagonale, con un diametro da 1 a 5 centimetri.

L’inchiesta ha stabilito che i velivoli stranieri, i quali violando la neutralità hanno sorvolato il territorio basilese e bombardato la stazione di quella città, sono ancora velivoli di nazionalità inglese.
La Legazione svizzera a Londra è stata incaricata di elevare contro questo nuovo bombardamento una protesta tanto più severa in quanto la luna piena e la neve assicuravano una perfetta visibilità, permettendo ai piloti di orientarsi facilmente. La Legazione svizzera reclamerà il risarcimento completo dei danni ed insisterà ancora una volta affinchè siano presi i porovvedimenti per prevenire il ripetersi di questi tragici incidenti.

[ Osservatori dell’episodio possono facilmente rilevare che se da una parte non si possa più sostenere l’ipotesi fantasiosa dell’errore aeronautico di aviatori per i motivi di visibilità evidenziati, dall’altra, il ripetersi del bombardamento conferma l’assoluta intenzione militare britannica di compiere quell’atto barbarico. Non ultima, la considerazione che anche se un pilota può commettere un errore di navigazione ed un secondo nell’avviare il bombardamento non lo possono commettere 2 piloti di 2 aerei diversi, tantomeno 3, pergiunta contemporaneamente.
Quindi agli strateghi inglesi si consiglia di essere più bravi nel raccontare simili fandonie ].

( Una considerazione parallela, ma di valore contrario, può essere sostenuta evidenziando che la Svizzera del 1940, militarmente parlando, è sempre stata costretta a subire queste violazioni dello spazio aereo per ragioni geografiche dei belligeranti perchè non ha potuto dal 1940 al 1945 contrapporre una qualsiasi forza aerea per potersi far rispettare nè, in egual misura, una contraerea efficace.
Infatti, nell’arco del conflitto, scaramucce più o meno prolungate si ripeteranno contro nazisti e contro Alleati )

( Come ultima curiosità, nessun risarcimento reclamato è stato mai restituito alla Svizzera per gli episodi citati. C’è però un rumor importante secondo il quale una grossa parte dei 400 milioni di dollari in lingotti d’oro accumulati dai nazisti sarebbero finiti nelle banche svizzere come riparazioni di guerra. Una fonte asserisce che l’oro è depositato in forzieri segreti in Svizzera, dove secondo organizzazioni ebraiche internazionali si trovano tuttora.
La «spartizione» sarebbe avvenuta nel 1945 tra Gran Bretagna, Stati Uniti e Svizzera. Dello stesso oro si è pure avvantaggiata Evita Peron, nei suoi frequenti viaggi di fine anni ’40 ed inizio ’50
).

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